Sostenibilità per le Autostrade del Mare
In sede dell’Unione Europea, c’è un consenso politico sul fatto che il settore dei trasporti deve aumentare gli sforzi per diminuire le emissioni di gas serra. L’International Maritime Organization (IMO) ha per prima adottato strategie e misure per la riduzione delle emissioni entro il 2030. Successivamente, la New Green Deal Europea ha delineato come e quando le emissioni dovranno essere ridotte con una decarbonizzazione. Di queste iniziative abbiamo parlato nei nostri approfondimenti sul trasporto marittimo e sulle Autostrade del Mare.
Le linee d’azione da perseguire per il 2030
Sono due le linee d’azione da perseguire secondo la Commissione Europea. Innanzitutto, per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni rapidamente, occorre adottare soluzioni di efficientamento energetico su tutte quelle navi dove è possibile. Armatori e cantieri navali dovrebbero assicurarsi che le propulsioni delle nuove navi siano compatibili con le ultime tecnologie in termini di riduzione delle emissioni e dell’inquinamento in generale. La questione del Gas Naturale Liquido (GNL) dovrebbe essere approfondito con studi e ricerche analitiche per la verifica effettiva dei benefici all’ambiente. Così come vanno approfondite le proposte che riguardano l’idrogeno.
Infatti, la seconda linea d’azione riguarda proprio l’intensificazione della ricerca e l’innovazione sul tema della navigazione ambientalmente sostenibile. Considerato che la vita media di una nave è di circa 20 anni (con alcune navi che hanno una vita ancora più lunga) occorre essere consapevoli che le navi costruite nel 2025, navigheranno ancora nel 2050. Per giungere, quindi, agli obiettivi ambiziosi oltre il 2030, una nuova concezione e ulteriori innovazioni sono necessarie entro breve. Ciò potrebbe coinvolgere una doppia strategia, con alcuni carburanti alternativi favoriti su certe navi (con motori già esistenti oppure con soluzioni di cosiddetto retrofitting) e altri favoriti per le navi di nuova costruzione.
La funzione degli scali portuali
In questo contesto molto complesso, i porti dovrebbero facilitare i cambiamenti necessari per giungere agli obiettivi di sostenibilità ambientale. Ad esempio, fornendo le infrastrutture per il bunkeraggio con i carburanti alternativi oppure le colonnine per l’approvvigionamento di energia a basso contenuto di carbonio. I porti e i terminal portuali dovrebbero, inoltre, contribuire direttamente anche con l’efficientamento energetico nelle aree portuali, nonché l’uso di attrezzature a basso consumo energetico. Le Direttive europee in materia di bunkeraggio di GNL e in materia di fornitura di energia in banchina ben disciplinano queste attività. Un’altra necessità per migliorare la sostenibilità in ambito portuale riguarda le infrastrutture per lo smaltimento dei rifiuti. Anche in questo caso, Convenzioni internazionali (MARPOL) e Direttive dell’UE ne disciplinano le modalità per garantire il rispetto delle normative ambientali.
La materia ambientale relativa alla navigazione è molto complessa e nonostante i numerosi sforzi fatti negli anni da parte degli operatori del settore, necessita di ulteriori interventi. Ciò al fine di garantire la salvaguardia dei nostri mari, mantenendo la necessaria attività economica costituita dal flusso delle merci.