Le “Giornate Mondiali”: utili se c’è vero cambiamento nei comportamenti quotidiani
Le “Giornate Mondiali”, in particolare quelle sui temi dell’ambiente (che interessano a noi della redazione di Seaforchange) ormai ne siamo consapevoli, servono a ricordarci un problema o un’emergenza, proprio in quel giorno preciso. Lo hanno deciso le grandi organizzazioni internazionali, come ad esempio le Nazioni Unite o le agenzie specializzate come FAO, UNESCO o UNICEF.
Grandi celebrazioni, interviste, eventi, articoli, tutto in quel preciso giorno, salvo poi ripensarci l’anno successivo per fare spazio ad altre “tematiche” da celebrare.
E se fosse tutto organizzato per liberarci la coscienza?
Certo la presa di coscienza di un’emergenza/crisi è già un passo in avanti, soprattutto se oltre alle grandi organizzazioni – che poi decidono insieme ai governi – il messaggio arriva anche ai cittadini, parte in causa e spesso origine del problema.
Una di queste giornate lo è in modo particolare: parliamo dell’Overshoot Day, il Giorno del Sorpasso o del Superamento, quello che per l’Italia quest’anno è stato lunedì 15 maggio. Questa Giornata è, secondo i calcoli del Global Footprint Network, la data in cui ogni Paese esaurisce le risorse naturali del pianeta dall’inizio dell’anno in corso.
Il Global Footprint Network, associazione no profit che dal 1971 sviluppa strumenti per promuovere la sostenibilità, tra cui l’impronta ecologica e la biocapacità, calcola il numero di giorni dell’anno in cui la superficie terrestre riesce a provvedere all’impronta ecologica umana. I giorni rimanenti sono detti overshoot (che in inglese significa “andare oltre” – “superare”).
E’ quindi un giorno nefasto, perché calcola la velocità con cui l’umanità consuma i beni naturali che la Terra riesce a rigenerare. In questo caso, le risorse disponibili, anno dopo anno, dal 1971 ad oggi, sono esaurite sempre molto prima della fine dell’anno di riferimento.
Il pianeta Terra non ci basta più
Al 31 dicembre 2022, ad esempio, l’intera umanità ha consumato le risorse pari a 1,75 pianeti, quindi tutta la biocapacità della Terra, più uno 0,75 extra che abbiamo preso in prestito dal futuro, ma sempre dal nostro stesso pianeta, attraverso il sovra sfruttamento di suolo e acqua. Che se andiamo avanti così, non sarà più in grado di dare sostentamento a tutta la popolazione mondiale.
Il Global Footprint Network ha elaborato una media mondiale, una sorta di tabella di marcia dei consumi, alla quale ogni Stato arriva secondo i propri consumi: lunedì 15 maggio 2023 l’Italia era accompagnata da Cile e Bahamas, dopo il Giappone (6 maggio), e per fare qualche esempio, prima di Gran Bretagna (19), Grecia (21), Cina (2 giugno) e della media mondiale, che l’anno passato è scattata il 28 luglio.
Il giorno preciso di ogni nazione viene formulato sulla base del bilancio dell’impronta ecologica degli abitanti del Paese: il saldo tra “entrate” e “uscite” calcolando la superficie terrestre e acquatica produttiva necessaria a ciascuno per produrre le risorse consumate e assorbire l’anidride carbonica emessa per produrle.
Quindi l’Overshoot Day è esattamente un dato che riguarda un Paese preciso, ma sulla base del “debito” che ognuno di noi ha con il nostro Pianeta.
I debiti non saldati alla scadenza, generano interessi che più passa il tempo e più sarà difficile saldare. L’impegno è quindi quello di diventare cittadini più consapevoli, e cercare di rientrare dal “passivo”.
Ecco allora che la tentazione di rimuoverne il pensiero è grande: la via più semplice è rifugiarsi nelle grandi celebrazioni e il giorno dopo tornare alla “voracità” di sempre.
Al contrario possiamo ricordarci anche oggi, che sono trascorsi tre giorni dal 15 maggio, e nei mesi che verranno, quanto possa essere importante diminuire la nostra impronta ecologica e osservare come ogni nostra quotidiana decisione, comportamento e consumo, sia utile a spostare in avanti quel “giorno”.