Gas e nucleare tra le fonti green: una proposta UE divisiva
La commissione Ue ha proposto di inserire gas e nucleare tra le fonti green creando non poche divisioni. Avviata anche una consultazione con gli esperti “tenendo conto dei pareri scientifici e degli attuali progressi tecnologici” e a “condizioni chiare e rigorose”.
La proposta
Alla fine pare che il nucleare farà parte delle energie “verdi”. Almeno questa la proposta che nelle prossime settimane sarà presentata dalla Commissione europea nell’ambito delle cosiddetta “tassonomia”, ossia l’elenco delle fonti energetiche eco-compatibili. Lo ha annunciato il vicepresidente dell’esecutivo comunitario, Valdis Dombrovskis, al termine dell’Ecofin che si è svolto nei giorni scorsi a Bruxelles.
Un esito niente affatto scontato e che segna chiaramente una vittoria per la Francia. Infatti, la Francia fonda la sua intera struttura “elettrica” sulle centrali atomiche e si è battuta fin dall’inizio affinché le sue centrali non diventassero un problema. Macron su questo versante è stato appoggiato da molti degli Stati dell’est Europa, anche da quelli “sovranisti”. Nello stesso tempo, questa scelta pone in una situazione di svantaggio chi, come l’Italia, ha rinunciato da tempo all’atomo. Anche Spagna e Germania non si sono mostrati d’accordo con la proposta.
Il dibattito
Così si è aperto un aspro dibattito sulla transizione sostenibile che scuote l’Unione Europea. La Commissione ha chiesto una valutazione sull’inserimento di nucleare e gas come fonti energetiche “green” nella tassonomia. Questo strumento dovrebbe indirizzare gli investimenti delle imprese in quelle che vengono definite attività economiche sostenibili. Si tratta dell’ambizioso progetto di unificare la definizione di cosa sia sostenibile e cosa no. Gli Stati europei si dividono però sulla possibilità che il nucleare e il gas vengano inserite nel catalogo.
L’Unione Europea si è lanciata da tempo nel grande progetto di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici, e nella transizione sostenibile. Nel 2019, la Commissione europea ha presentato il Green New Deal, ambizioso piano che si pone come obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Nel corso degli ultimi anni il percorso è continuato e si è arrivati ora a un appuntamento importante, ovvero alla presentazione della tassonomia. Si tratta di un “catalogo” che identifichi gli investimenti sostenibili per guidare le aziende in un percorso che porti a un’economia eco-sostenibile.
Le prossime tappe
Gli esperti hanno tempo fino al 12 gennaio per fornire i loro contributi. La Commissione li analizzerà e adotterà formalmente l’atto delegato complementare entro fine mese. Sarà quindi inviato ai colegislatori per il loro esame. Analogamente al primo atto delegato sul clima, il Parlamento europeo e il Consiglio (che hanno delegato alla Commissione il potere di adottare questo atto delegato) avranno quattro mesi per esaminare il documento e, qualora lo ritengano necessario, per opporvisi.
In linea con il regolamento sulla tassonomia, entrambe le istituzioni possono richiedere ulteriori due mesi di tempo per l’esame. Il Consiglio avrà il diritto di opporsi a maggioranza qualificata rafforzata inversa (il che significa che per opporsi all’atto delegato è necessario almeno il 72% degli Stati membri (ossia almeno 20 Stati membri) che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell’UE), e il Parlamento europeo a maggioranza semplice (ossia almeno 353 deputati in plenaria).
Una volta terminato il periodo di controllo e ammesso che nessuno dei co-legislatori si opponga, l’atto delegato (complementare) entrerà in vigore e si applicherà. Ma nel frattempo ci aspettiamo divisioni e dibattito …