Lo stato di salute della Terra e le specie a rischio
Secondo il rapporto annuale dello IUCN, il Pianeta non è in uno stato che può definirsi buono.
Continua l‘approfondimento di SeaChange sullo stato del suolo, della terra e delle specie che vivono sul nostro Pianeta. In questo articolo parliamo di ulteriori specie a rischio e l’impatto sulla salute della Terra.
Secondo la International Union for the Conservation of Nature (IUCN) il pianeta non è in un buono stato di salute, e come già abbiamo accennato in precedenza, dovremmo intervenire presto.
Anche la IUCN ha pubblicato la lista rossa delle specie a rischio e nel complesso la situazione è tutt’altro che buona. Quasi un quarto delle specie di mammiferi attualmente viventi è in serio pericolo e nel giro di pochi anni potrebbe scomparire definitivamente. Il rinoceronte nero occidentale ad inizio novembre è stato dichiarato ufficialmente estinto.
Quali le specie a rischio?
Secondo gli esperti dello IUCN in Madagascar il 40% dei rettili, elemento fondamentale della biodiversità di questa grande isola, è in pericolo e 22 specie rischiano l’estinzione nel giro di qualche anno. Quindi non sono solo i mammiferi a rischio.
Anche le piante non stanno bene
Anche se questo studio non dedica ai vegetali molta attenzione, non mancano le evidenze di una situazione disastrosa anche per alberi, fiori e arbusti vari. La causa spesso è dell’espansione delle attività umane e dell’allagamento di grandi vallate per costruire imponenti bacini idroelettrici.
Così molti paradisi tropicali cambieranno definitivamente aspetto essendo molte specie vegetali nella lista delle piante minacciate.
Anche il mare è ad alto rischio
Molti pesci sono ad alto rischio di estinzione, soprattutto i tonni e i pesci spada. Molte di queste specie destinate sulle nostre tavole sono fortemente minacciate dalla pesca intensiva e dalle reti illegali. Ma rischiano l’estinzione anche le mante giganti e gli squali, questi ultimi vittime della crudele pratica del finning.
Secondo i funzionari di IUCN, per invertire questa rotta occorrerebbe cambiare le politiche di caccia e pesca.
Qualche caso di successo
Nel rapporto sono segnalati anche casi di successo, in cui gli sforzi per la salvagaurdia dell’ambiente sono stati ampiamente ricompensati. Il cavallo di Przewalski per esempio, dichiarato estinto nel 1996 è stato recuperato grazie alla passione di alcuni allevatori che detenevano in cattività alcuni stalloni e qualche fattrice. Ma anche il rinoceronte bianco (Ceratotherium simum simum) la cui popolazione alla fine dell’800 era di poche decine di individui, oggi conta più 20.000 esemplari grazie alle politiche di tutela e conservazione.
Occorre ricordare che siamo custodi della Terra per un tempo limitato e, durante questo tempo, dobbiamo cercare di prendercene cura al meglio, per garantirne un futuro.
*Oltre ai dati dell’IUCN, alcune citazione sono state liberamente prese da FOCUS.