La Danimarca dice addio ai combustibili fossili nel mare del Nord

La Danimarca dice addio ai combustibili fossili nel mare del Nord

Nelle scorse settimane il Parlamento danese ha annunciato che cancellerà tutte le future concessioni di licenze per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas nella parte danese del Mare del Nord. Una vera e propria svolta “green” attuata da uno dei paesi principali produttori di petrolio dell’Unione europea, che elimina gradualmente i combustibili fossili entro il 2050. 

L’accordo politico raggiunto stabilisce, inoltre, uno stanziamento di denaro per garantire una giusta transizione per i lavoratori del comparto, interessati da questi provvedimenti.

Stop a nuove perforazioni

La Danimarca si è impegnata, quindi, a porre fine all’era dei combustibili fossili e delle loro pericolose emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Un piano ambizioso che vieterà, di fatto, la ricerca di nuovi giacimenti di petrolio e di gas naturale nell’area danese del Mare del Nord.

Le concessioni già emesse resteranno invece valide fino al 2050, anno entro il quale dovrà essere concretizzato l’obiettivo della neutralità climatica, in linea con il Green Deal europeo. 

Esulta il movimento per il clima

Secondo Helene Hagel, responsabile della politica climatica e ambientale di Greenpeace Danimarca, questo è un momento di svolta e il Paese si afferma come un “pioniere verde” in grado di ispirare altri Paesi a porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili che distruggono il clima. 

Con questa decisione, la Danimarca, uno dei maggiori produttori di petrolio dell’Unione europea e uno dei paesi più ricchi del mondo, ha inviato un chiaro segnale a tutto il mondo che deve agire per rispettare l’accordo di Parigi e mitigare la crisi climatica. 

«La Danimarca è un Paese piccolo – sottolinea la Hagel – “ma ha il potenziale per aprire la strada alla necessaria transizione verso l’energia verde e rinnovabile».