La campionessa di apnea, Sahika Ercumen, pulisce lo stretto del Bosforo dalla plastica
Lo abbiamo sottolineato più volte nei nostri precedenti articoli e continueremo a farlo periodicamente su SeaforChange perché è uno dei nostri temi principali: la plastica dispersa in mare sta creando un danno ecologico di proporzioni gigantesche a tutto il Pianeta, ed è necessario rendersi conto della grandezza del problema guardandolo con i propri occhi.
Oppure attraverso quelli di una campionessa mondiale di apnea, Sahika Ercumen, che si è immersa più volte nelle acque del Bosforo in mezzo a bicchieri e sacchetti, trovando più rifiuti che pesci. Succede così che la primatista turca decide di farsi portavoce di un’iniziativa, anche attraverso il suo profilo Instagram, invitando tutti a utilizzare la plastica in modo più consapevole attraverso un reportage fotografico che la immortala mentre cerca di ripulire il Bosforo manualmente.
Le cifre di rifiuti plastici riversati in mare ogni anno, in tutto il mondo, sono impressionanti: secondo il WWF sono circa 8 milioni di tonnellate l’anno. Un numero che, secondo le stime, in assenza di adeguate politiche di contenimento, potrebbe farci trovare, entro il 2050, più plastica che pesce negli oceani . “Stiamo lavorando sodo per dire basta alle cattive abitudini” scrive Sahika sul suo profilo Instagram, “per questo abbiamo documentato le immersioni ad Halfeti per attirare l’attenzione sull’inquinamento da rifiuti di plastica che stanno uccidendo i nostri mari”.
Nuotare tra la plastica
Sahika Ercumen, che vanta diversi record di freediving, è molto sensibile al tema dell’inquinamento marino. In diverse immersioni nelle acque del Bosforo, partendo da punti diversi, ha visto che la plastica si trovava ovunque attorno a lei. I rifiuti più comuni sono quelli usa e getta, come bottiglie, contenitori e sacchetti, ma anche molte bottiglie di vetro e mozziconi di sigarette.
Inoltre l’emergenza sanitaria mondiale ha generato una nuova tipologia di rifiuti che finisce in mare, peggiorando ulteriormente la situazione, come mascherine, guanti e flaconi di gel disinfettante.
“Le aree marine protette hanno un ecosistema più forte e riescono a mantenere una situazione migliore”, ha dichiarato la campionessa in una recente intervista. Ma per quanto tempo ancora?”. Sempre più studi confermano che la situazione è tragicamente fuori controllo: i nostri mari, ma anche il suolo, contengono miliardi di microplastiche.
I progetti per la salute degli oceani
Ercumen deve la sua salute al mare e per questo vuole preservarlo. Soffrendo fin da piccola di asma, ha cominciato a praticare il nuoto e le immersioni migliorando drasticamente i suoi problemi respiratori fino a stabilire numerosi record mondiali di apnea. Dalle spedizioni scientifiche in Antartide, dove si è immersa senza bombole, resistendo due minuti in apnea a zero gradi e senza equipaggiamento anti-gelo. In Turchia, nella grotta di Gilindire, ha invece raggiunto i cento metri di profondità.
Dal giugno 2020, in occasione della Giornata Internazionale degli Oceani, il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo – UNDP – ha nominato Sahika Ercumen ambasciatrice del progetto ‘Life Below Water’, che fa parte dell’agenda ONU per lo sviluppo sostenibile.
In collaborazione con Anadolu Agency, l’agenzia di stampa del governo turco, Sahika Ercumen ha avviato anche il progetto ‘Diving in the Bosphorus’, grazie al quale si immerge nello stretto tra il Mar Nero e il Mare di Marmara per recuperare più plastica possibile.
La seguiremo nei prossimi mesi, anche attraverso i social, per parlarvi di molti altri progetti e campagne che l’atleta ha intenzione di realizzare con l’obbiettivo di ispirare e promuovere la protezione della vita sottomarina e aumentare la consapevolezza delle persone rispetto al tema dell’inquinamento marino.