Organizzazione mondiale della meteorologia: nel 2050, 5 miliardi le persone senza accesso all’acqua
Per almeno un mese all’anno nel 2018, 3,6 miliardi di persone non hanno avuto un accesso adeguato all’acqua, e si stima che entro il 2050 questa cifra salirà a oltre cinque miliardi. Dal 2000 l’accumulo di acqua sulla terra si è ridotto di 20 centimetri, alla velocità di un centimetro all’anno, anche per le conseguenze dei cambiamenti climatici.
E’ quanto emerge dal rapporto dell’Organizzazione mondiale della meteorologia (Omm), agenzia delle Nazioni Unite, sullo stato della crisi idrica mondiale. Inoltre, ricorda l’Omm, la situazione si fa sempre più critica perché solo lo 0,5% dell’acqua sulla Terra è utilizzabile e disponibile come acqua dolce.
Il documento, intitolato “The State of Climate Services 2021: Water”, ricorda inoltre che ad aggravare ulteriormente la situazione nei prossimi decenni saranno la crescita demografica (nel 2050 la Terra sarà popolata da circa 9,7 miliardi di persone) e la diminuzione delle risorse disponibili.
Disastri idrogeologici in aumento del 134% da inizio millennio
“Nonostante alcuni sforzi, sono 107 i Paesi che non riusciranno a gestire in modo sostenibile le proprie risorse idriche entro il 2030″, sostiene l’Omm, sottolineando che dal 2000, i disastri idrogeologici legati alle inondazioni sono aumentati del 134% rispetto ai due decenni precedenti e la maggior parte delle morti e delle perdite economiche sono state registrate in Asia.
E ancora, il numero e la durata dei periodi di siccità sono aumentati del 29% nello stesso periodo e la maggior parte dei decessi si è verificata in Africa.
Il numero di persone che soffrono a causa di tali eventi è quindi destinato a crescere, mentre i sistemi di gestione e di previsione meteorologica e di allerta sono ancora insufficienti.
Secondo Petteri Taalas, segretario generale dell’agenzia delle Nazioni Unite, la crescita della temperatura globale sta modificando l’entità delle precipitazioni, con conseguenze anche sulle stagioni agricole. Per questa ragione, l’impatto sulla sicurezza alimentare e sulla salute umana sarà particolarmente forte.
Soprattutto per le nazioni più povere del mondo.