La siccità: un problema globale e “pandemico”
Nell’ultimo anno e mezzo l’attenzione mondiale è stata monopolizzata dalla pandemia che ha colpito pressoché tutto il nostro pianeta. Ma c’è anche un’altra emergenza nascosta alle porte, di cui si parla ancora troppo poco, più pericolosa del Covid19 per i risvolti sociali, economici e di salute pubblica che porta con sé: parliamo della siccità.
Una pandemia che colpirà duramente moltissimi paesi del mondo, loro malgrado, se non agiranno in fretta e seriamente. E’ quanto ha dichiarato, senza mezzi termini, Mami Mizutori, rappresentante delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi, secondo la quale, ci sono altre emergenze, oltre al Covid 19, che non possono essere messe in secondo piano perché interconnesse tra loro e generate dal cambiamento climatico.
La siccità è la prossima pandemia?
Nelle oltre duecento pagine del rapporto redatto dall’UNDRR (UN office for Disaster Risk Reduction) che sarà portato, a novembre, alla COP26 sul clima di Glasgow, si spiega che la siccità “è sul punto di divenire la prossima pandemia e per essa non ci sono vaccini. La maggior parte del mondo dovrà convivrà, nei prossimi anni, con lo stress della mancanza di acqua perché la domanda supererà le riserve durante certi periodi dell’anno”.
A dare l’idea della dimensione del problema sono i numeri: almeno un miliardo e mezzo di persone sono state colpite direttamente da mancanza di acqua in questo secolo. Il costo economico è di circa 124 miliardi di dollari, probabilmente un valore sottostimato.
La carenza d’acqua non colpisce solamente le zone desertiche. Il fenomeno oggi è già esteso in aree fino ad oggi considerare escluse dal problema. Per far comprendere la dimensione del problema, l’Onu parla di una globalizzazione della siccità. “Alcune popolazioni hanno convissuto per millenni con la siccità ma oggi è aumentato il suo raggio d’azione, amplificato dalle attività di origine antropica.
Secondo Mami Mizutori, Stati Uniti, Australia e il sud dell’Europa, solo per citarne alcuni, sono stati colpiti a loro volta negli ultimi anni. Negli USA la siccità causa danni economici pari a circa sei miliardi di dollari l’anno, circa nove miliardi in Europa.
Il settore agricolo rimane quello più colpito, ma gli effetti della privazione di acqua si ripercuotono anche su altri aspetti economici: turismo, trasporti, industria e la produzione di energia elettrica. Basta osservare le sempre più frequenti siccità del Danubio, il fiume più grande d’Europa, che hanno messo in crisi proprio i settori sopra citati. La siccità può peggiorare crisi e conflitti locali, mettere a rischio le relazioni diplomatiche sull’utilizzo delle risorse idriche nei confini tra paesi.
I suggerimenti per la politica
La mancanza di acqua è considerata una delle future principali cause di migrazione, assieme alla mancanza di cibo. Le migrazioni forzate aumentano sempre il rischio di conflitti e di tensioni fra i popoli.
La soluzione più urgente è quella di contenere il riscaldamento globale e i suoi effetti sul clima. E’ necessario inoltre rivedere i sistemi di approvvigionamento delle acque: l’uso intensivo e inefficiente della risorsa per l’agricoltura intensiva e l’allevamento, il degrado della terra attraverso l’uso di pesticidi e fertilizzanti e la deforestazione sono tra i principali problemi da affrontare.
Il compito dei governi è chiaro: per prevenire la siccità è necessario riformare e regolamentare i metodi di estrazione, stoccaggio, uso e distribuzione dell’acqua. E sarà meglio farlo prima che questa preziosa risorsa rischi di diventare ancora più scarsa.