Giornata mondiale degli oceani: cosa succederà nei prossimi 100 anni
Dalla pesca illegale all’erosione costiera, dalla riduzione del pH oceanico alla perdita di biodiversità e all’inquinamento da plastica. Sono solo alcune delle minacce che incombono sull’equilibrio degli oceani e che mettono a rischio la stessa sopravvivenza dell’uomo sulla terra.
Dalla loro salute dipende anche la nostra
Visto dallo spazio, il nostro pianeta è piuttosto un Pianeta Blu che ricopre il 70% della superficie terrestre e produce circa il 50% dell’ossigeno che respiriamo ogni giorno. Un lavoro sinergico e perfetto portato avanti insieme alle grandi foreste pluviali e a diverse specie animali.
Mentre noi inquiniamo il pianeta “al sicuro” nelle nostre grandi città, perseguendo stili di vita scorretti, sia dal punto di vista alimentare che energetico, c’è un ecosistema che lavora instancabilmente per assorbire l’anidride carbonica prodotta dalla società consumistica.
Siamo riusciti, in poco più di un secolo, a sovvertire le leggi della natura e ad avviarci verso l’orlo del baratro.
Una Giornata dedicata agli oceani è sufficiente?
La Giornata mondiale degli oceani è stata istituita l’8 giugno del 1992 a Rio de Janeiro, durante il Vertice sull’Ambiente. Dal 2008 la giornata è riconosciuta anche dalle Nazioni Unite, con l’intento di salvaguardare il grande polmone blu del nostro pianeta, regolatore del clima e fonte di cibo e sostentamento per miliardi di persone che da esso dipendono.
Il tema dell’edizione 2021 è infatti la vita e la sussistenza (Life and Livelihoods) anno in cui si è appena aperto anche il Decennio delle scienze del Mare per lo sviluppo sostenibile, il cui obiettivo è “conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine ” entro il 2030.
Disastri ecologici sempre più frequenti
Dal violentissimo e devastante uragano di Venezia del novembre 2019, all’erosione di 150 metri di spiaggia della riserva di San Rossore in provincia di Pisa: sono solo alcuni dei fenomeni che dimostrano quanto siano fragili le condizioni di salute dei nostri oceani.
Negli ultimi 150 anni di misure continuative, gli scienziati hanno registrato che il livello del mare si è alzato di 130 cm. L’innalzamento è l’effetto della fusione dei ghiacciai, ma anche dell’espansione termica per il calore che gli stessi stanno assorbendo. Con l’aumentare della temperatura a livello globale, anche il volume totale dell’oceano aumenterà.
Se gli obiettivi di Parigi non venissero raggiunti, alla fine del secolo, il mare potrebbe crescere ancora di 30-60 cm. Ci saranno ondate di calore che frequentemente supereranno i 40 gradi concentrate nello spazio e nel tempo, determinando uragani sempre più violenti anche nel Mediterraneo. Molte spiagge e città costiere potrebbero scomparire o venire parzialmente sommerse.
Una giornata di celebrazione degli oceani, è quindi sufficiente? Noi crediamo nella scienza che nei prossimi decenni saprà proporre soluzioni ai governi, ma c’è bisogno di un ulteriore passo avanti. Aumentare la consapevolezza a livello globale sul legame esistente tra salute marina e il cambiamento climatico, e le sue conseguenze sulla salute dell’uomo e i territori abitati.
Crediamo pertanto che al fianco della scienza, un ruolo importante sarà svolto dai progetti di comunicazione e dalla divulgazione scientifica. Dalla conoscenza sarà possibile, in definitiva, passare all’azione, e farlo tutti insieme.