PNRR: il mare ha un capitolo dedicato
Che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sia un documento che traccia il futuro del Paese è un dato di fatto. E, per questo motivo, aver constatato che nel documento trasmesso alle camere, il mare ha ottenuto un capitolo dedicato con dei fondi dedicati è certamente una bella notizia.
Soddisfazione da parte di Marevivo
Dopo diversi appelli da parte di associazioni e operatori del mare l’importanza di questa risorsa è stata sancita anche nel PNRR che sarà inviato all’Unione Europea nei prossimi giorni. Tra coloro che hanno accolto con soddisfazione questo dato c’è Marevivo, la cui Presidente abbiamo intervistato recentemente. L’associazione ambientalista ha voluto inviare una comunicazione ufficiale non appena appresa la notizia. “L’inserimento di un capitolo dedicato al mare all’interno del PNRR, richiesta avanzata lo scorso marzo da Rosalba Giugni e Ferdinando Boero, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Marevivo, durante un intervento in audizione presso la Commissione Ambiente del Senato è una grande soddisfazione.”
Infatti, si trova conferma dell’inserimento del Mare nella Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica del PNRR “Ripristino e tutela dei fondali e degli habitat marini”. Così la dichiarazione; “Il piano sviluppato prevede interventi su larga scala per il ripristino e la protezione dei fondali e degli habitat marini nelle acque italiane, finalizzati a invertire la tendenza al degrado degli ecosistemi mediterranei potenziandone la resilienza ai cambiamenti climatici e favorendo così il mantenimento e la sostenibilità di attività fondamentali non solo per le aree costiere, ma anche per le filiere produttive essenziali del Paese (pesca, turismo, alimentazione, crescita blu).”
Anche le associazioni rappresentative dell’economia del mare mostrano apprezzamento
Ma anche le associazioni del cluster marittimo-portuale hanno accolto con favore la programmazione nel PNRR che prevede fondi anche per le opere di intermodalità e logistica. Inoltre, sono previsti interventi per infrastrutture portuali sostenibili, sia in termini di transizione energetica che in termini di resilienza ai cambiamenti climatici. Naturalmente, insieme al piano saranno necessarie riforma e una forte semplificazione delle procedure per poter attuare le misure dello stesso.
Sembrerebbe che gli appelli anche di questa testata siano state, almeno parzialmente, accolte nelle intenzioni della programmazione futura del Paese. Un Paese, ricordiamo, con oltre 8000 km di coste.
Istituita consulta per le politiche delle infrastrutture e della mobilità sostenibili
In questi giorni è nata anche la consulta per le politiche delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Lo scopo è l’elaborazione di proposte e indirizzi, l’aggiornamento e la condivisione della valutazione d’impatto delle politiche e degli interventi del Ministero, a partire dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
La Consulta, tra l’altro, raccoglie studi e analisi, formula proposte di carattere normativo e tecnico, promuove le migliori pratiche rilevate nelle amministrazioni territoriali o nel settore privato. Inoltre, concorre alla trasparenza e all’accountability delle politiche e degli interventi del Ministero e dei loro risultati, analizza i costi della transizione alla sostenibilità. L’obiettivo è quello di supportare il Ministero nella definizione del corretto trade-off tra diverse politiche e interventi e propone misure compensative per renderli coerenti e favorevoli.
Partecipano alla Consulta le associazioni ambientaliste e delle reti della società civile, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti delle federazioni di settore, le organizzazioni imprenditoriali, dell’artigianato, delle cooperative. Ne fanno parte anche alcune associazioni dell’economia del mare.
Ci fa piacere intravedere un necessario cambio di passo, oltre che per l’importantissima lotta alla pandemia, anche nei confronti del nostro caro Mare.