Sostenibilità attraverso il recupero degli spazi urbani
Oggi ci occupiamo di sostenibilità parlando di spazi. In questo articolo redatto da Rosario Pavia, Professore ordinario di Teoria dell’Urbanistica presso la Facoltà di Architettura di Pescara e direttore della rivista Piano Progetto Città, facciamo un viaggio tecnico e storico nella città di Roma, che ci offre un’altra visione di sostenibilità urbana, che mette in connessione ambiente e spazi.
L’esempio delle mura Aureliane di Roma
A ben vedere le mura sono il segno distintivo della città europea, sono presenti ovunque, nelle città piccole e in quelle grandi. Spesso sono state abbattute, ma il loro tracciato, il loro vuoto, ha fortemente condizionato lo sviluppo urbano.
A Roma il discorso assume una sua specifica prospettiva. Le mura Aureliane, realizzate nel 270-275 d.C. dall’imperatore Aureliano e sopraelevate da Onorio all’inizio del IV secolo d.C. si sviluppavano per circa 19 Km intorno alla città inglobando alcune importanti preesistenze come l’Anfiteatro Castrense, la Piramide Cestia, il Castro Pretorio. Le mura furono nel corso dei secoli ristrutturate, rinforzate in relazione ad esigenze funzionali e militari e sono giunte quasi integre fino a noi. A differenza di molte grandi città europee, come Vienna, Parigi o Milano, che distrussero i loro recinti murari per promuovere il nuovo sviluppo urbano, Roma, dopo l’unificazione d’Italia, conservò le proprie mura, intervenendo solo nell’ammodernamento delle antiche porte e nell’introduzione di nuovi passaggi, in relazione allo sviluppo della rete stradale. Delle antiche mura rimangono circa 13 Km (sono andati persi i tratti lungo il fiume e quelli che risalivano il Gianicolo e comprendevano un lembo di Trastevere).
Un’infrastruttura che valorizza l’identità culturale della città
Le Mura sono un sistema archeologico, storico e culturale unico e, nel contempo, un’infrastruttura urbana decisiva per il disegno e l’identità della città. Tale patrimonio, tuttavia, non ha trovato nelle politiche di sviluppo della Capitale, e in particolare nei suoi piani urbanistici, un’adeguata attenzione. Solo l’ultimo piano regolatore (approvato solo nel 2008) ha riconosciuto nelle mura Aureliane un ambito di programmazione strategica per la realizzazione di un parco lineare lungo il suo circuito. A distanza di oltre 10 anni non si sono avuti risultati concreti. Manca ancora un impegno politico in questa direzione e un progetto operativo unitario che consideri le mura come una risorsa e non un costo, una grande infrastruttura dello spazio pubblico in grado di ricomporre la forma di una parte consistente della città, restituendo ai quartieri della prima espansione moderna nuovi luoghi di riferimento e spazi di aggregazione sociale.
Le mura Aureliane sono anche una grande infrastruttura narrativa attraverso cui è possibile ripercorrere la storia della città, cogliere i diversi caratteri delle direttrici di espansione che si dipartono dalle porte, le diverse qualità del rapporto tra l’interno e l’esterno delle mura. Questo potenziale narrativo e strutturante va reso effettivo attraverso opere e interventi che consentano la reale fruizione del sistema murario, a partire da un itinerario pedonale e un corridoio verde che si sviluppi con continuità. Una tale infrastruttura va vista come un’opera pubblica di base, un primo momento per una strategia più articolata, tesa a fare delle mura una risorsa culturale ed economica, un attrattore per un turismo sostenibile e iniziative imprenditoriali.
Intorno alle mura Aureliane non esiste un percorso pedonale (né tantomeno ciclabile), idoneo, attrezzato, in sicurezza, che possa consentirne la fruizione e la valorizzazione. Realizzare questo sistema può essere l’inizio di una nuova strategia di riconquista dello spazio pubblico. L’anello pedonale intorno alle mura diviene non solo una infrastruttura di servizio alla sua accessibilità e fruizione, ma può attivare (per la sua forma anulare) un processo di ramificazione verso l’interno e l’esterno. In fondo si tratta di esplorare le forme e il senso di un nuovo pomerio*.
Il progetto “Intorno alle mura di Roma“
Eppure le mura Aureliane versano in uno stato di abbandono e di degrado. La cinta muraria, nonostante la sua potenza, è un patrimonio inerte che non si è integrato al sistema urbano, non è diventato una infrastruttura per la riqualificazione della città, né una vera risorsa per i cittadini e i turisti.
L’INARCH Lazio, L’associazione Mura Latine e il Dipartimento di Architettura e Progetto della Sapienza hanno avviato un programma di ricerche e di iniziative per la riscoperta delle potenzialità delle mura e la promozione di un parco urbano e di un itinerario pedonale lungo il suo perimetro, riprendendo le proposte e le indicazioni dell’ambito di programmazione strategica Mura, individuato dal Piano Regolatore urbanistico di Roma approvato nel 2008 e mai attuato.
Il programma Intorno alle mura di Roma ha riportato l’attenzione della cittadinanza, delle istituzioni, degli operatori pubblici e privati su una risorsa straordinaria, che va riscoperta come bene comune e riproposta come grande progetto urbano capace di interpretare e riqualificare le relazioni tra il centro città e la sua prima espansione. L’iniziativa camminare intorno alle mura Aureliane ha coinvolto oltre 2000 cittadini che per 5 domeniche tra il 2018 e il 2019 hanno seguito con partecipazione le comunicazioni e i commenti di archeologi, urbanisti, storici dell’arte, botanici e sociologi che guidavano la camminata e a turno si passavano la parola. Lungo il percorso numerosi sono stati gli interventi di associazioni, di residenti, di rappresentanti dei municipi attraversati. Gli itinerari intorno alle mura hanno consentito di scoprire le condizioni di conservazione del recinto murario, il suo degrado, il suo uso, le sue interazioni funzionali e spaziali. Le mura sono apparse come un grande segno organizzativo della città. Non più una barriera di separazione, piuttosto una membrana porosa, una infrastruttura di passaggio e di transizione tra parti urbane. Le mura raccontano la storia della città e in particolare il suo passaggio nella modernità. Riprendere una riflessione su di esse può costituire un modo per ripensare le modalità e i caratteri di questo passaggio, di come è stato interpretato il rapporto tra moderno e antico, di come è stato trasformato lo spazio intorno alle mura, per coglierne le potenzialità progettuali e svilupparle oggi, nella contemporaneità.
Il Progetto Inarch Intorno alle mura di Roma è un esercizio esplorativo da riproporre anche in altre città.
*Spazio di terreno consacrato e libero da costruzioni che correva lungo le mura di Roma e delle colonie romane.